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Il presente e il futuro delle Banche di Credito Cooperativo

Le Banche di Credito Cooperativo (più comunemente note come BCC o "Crediti cooperativi") non sono un'invenzione recente.

Al contrario, nascono prima dell'Italia repubblicana, addirittura nel Diciannovesimo secolo, figlie di un'idea formidabile e modernissima per quei tempi: banche, sì, ma espressione degli interessi di piccoli gruppi di soci con in comune professioni o gruppi demografici di appartenenza. Un'utopia divenuta realtà, con un approccio etico in anticipo di centinaia di anni. Copiato da diversi paesi nel mondo, per di più.

Un presente complesso

Ma le Banche di Credito Cooperativo sono ancora così? Sulla carta, senz'altro. Tuttavia, all'atto pratico, le BCC sono poco competitive: tassi troppo alti rispetto ai concorrenti, quote di iscrizione "respingenti" a causa del loro ammontare.

Non è l'unico nodo da sciogliere quando si parla di Crediti cooperativi. Se siete finiti su questa pagina siete appassionati di finanza e interessati al complesso universo delle banche: in questo spazio sarà possibile approfondire su questo argomento e sulle "occasioni perdute" delle BCC.

La riforma del 2016-2019 avrebbe dovuto snellire la loro struttura, trasportando direttamente questa struttura bancaria "a misura di cliente" nel Ventunesimo secolo: invece, nonostante l'operazione fosse inedita e ambiziosa, ha provocato uno spezzettamento che rende complesso, per il correntista, muoversi attraverso un network che tuttora si compone di tre tronconi.

Da un lato ci sono le antiche Raiffeisen del Trentino-Alto Adige; dall'altro le banche che fanno capo a Iccrea; e ci sono quelle orbitanti intorno a Cassa Centrale Banca: un'occasione perduta per solidificare un sistema. Ne discuteremo nelle prossime pagine, insieme alle prospettive per un vero rilancio: le nostre idee per i vostri affari!